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RECENSIONI: LAMPI DI LUCE
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Il passo fa crescere nelle membra
l'ansietà del cammino;
parole impazienti risuonano nell'animo
al ritmo della danza
sotto la serra.
Rabindranath Tagore
La danza, come la musica e il canto, è una delle forme espressive che nella cultura dell'India sono considerate non solo forme artistiche ma raffinati linguaggi spirituali.
La parola ‘danza’ male si presta a rispecchiare
la complessa realtà coreutica indiana, in cui appunto la dicotomia occidentale tra il teatro e la danza, si assottiglia enormemente.
Nel campo delle arti performative la danza indiana occupa una posizione molto speciale.
In essa vi è la combinazione di movimenti del corpo, delle mani, di espressioni del volto e degli occhi con un accompagnamento
musicale che esalta il tema che la danza vuole descrivere; un tema che può avere un carattere religioso, mitologico, leggendario o tratto dalla letteratura classica.
I termini sanscriti con cui ci si riferisce alla danza
confermano tale affermazione. Essa è suddivisa, infatti, in tre categorie: natya, nrtta e nrtya.
Nel dramma e quindi
nella danza classica indiana la preoccupazione non è tanto rivolta all’esatta imitazione del reale; piuttosto si osserva il desiderio di suscitare emozioni capaci di stimolare l’immaginazione dello spettatore. È
questa l’idea dell’abhinaya. Questo termine spesso tradotto con ‘arte istrionica’ è spiegato da un verso del Natyashastra in cui
si legge: “Quando la rappresentazione dei deva (dèi), dei daitya (demoni), dei re, dei capofamiglia e delle loro attività quotidiane è espressa attraverso i gesti del corpo e tutto ciò che è
a essi correlato, si ha il natya ” (Natyashastra, I,121).
Sia l’artista sia lo spettatore hanno una parte attiva nel conseguimento del fine dell’opera d’arte: il godimento estetico, il rasa.
La profonda relazione tra l’attore-danzatore e lo spettatore impone che entrambi posseggano qualità specifiche; inoltre è in tale legame che si cela il nocciolo della teoria estetica: l’idea di bhava
e rasa. Bhava viene generalmente tradotto con ‘emozione’ mentre rasa con ‘sentimento’ o con ‘gusto’.
La danza indiana è un’arte
basata sulla trasmissione orale del sapere e quindi sulla stretta relazione tra il maestro e il discepolo.
Nella cultura tradizionale indiana si osserva un certo disinteresse nei confronti dell’identità degli artisti
o rispetto al tentativo di collocare gli eventi storicamente.
In questa luce tracciare la storia esatta della danza non è quindi sempre facile.